WEEKEND  DELLO  SPIRITO

 SAN  PELLEGRINO  IN  ALPE

(Rifugio Pradaccio)

Sabato 30 giugno - Domenica 01 luglio 2018

 

Il Rifugio Pradaccio, posto a 1525 mt sul livello del mare è collocato in una zona prativa circondato da boschi di faggio sul crinale dell'Appennino con ampio panorama sulle vette settentrionali del medesimo, sull'intera catena delle Alpi Apuane e l'ampia Valle della Garfagnana. 
Nei pressi si trova il Santuario di San Pellegrino in Alpe, dedicato a San Pellegrino e San Bianco, situato in una località ripartita tra il comune toscano di Castiglion di Garfagnana ed il comune emiliano di Frassinoro,
Il santuario virtualmente tagliato in due longitudinalmente con un lato situato nel comune di Frassinoro, in provincia di Modena, e l’altro nel comune di Castiglione Garfagnana, in provincia di Lucca. La teca che contiene i resti dei due santi, San Pellegrino e San Bianco, che per primo concentrò i propri sforzi nella cura e nell’accoglienza dei romiti che attraversavano l’Alpe, sarebbe in tal modo una proprietà condivisa e i santi si troverebbero con la testa in Emilia e i piedi in Toscana. La storia del complesso monumentale affonda le sue radici nella vita leggendaria dei suoi titolari: Pellegrino delle Alpi e Bianco che in queste montagne avrebbero trascorso parte della loro vita e vi sarebbero morti. Il Santuario, già citato nel 1168 in una bolla di Papa Alessandro III, non era gestito da monaci ma da conversi e oblati, guidati da un rettore solitamente laico, che accoglievano i viandanti. Nel 1200 si cita una "domus nova" dell'ospedale, forse a seguito dell'arrivo delle reliquie del santo. Attorno al 1400 si provvede al ripristino degli edifici e nel 1473 viene commissionato il tempietto sepolcrale a Matteo Civitali. Il tempietto che oggi si può ammirare all'interno del santuario fu iniziato nel 1475 e portato a termine dopo il 1484. Nel corso del XVII  secolo l'edificio sacro viene nuovamente modificato, il tempietto marmoreo che ora ospita oltre che le reliquie di San Pellegrino anche quelle di San Bianco (probabilmente un converso) viene murato nel coro. Nel XVI secolo la fama di San Pellegrino e del suo monumento erano di richiamo per una moltitudine di persone.
Secondo la leggenda San Pellegrino sarebbe nato in Scozia dal re Romano e dalla Regina Plantula. Già la nascita è circondata da leggende in quanto la coppia non poteva avere figli, ma per volontà divina espressa attraverso un sogno, nacque un bimbo a cui venne ordinato di chiamare Pellegrino. Già al momento del battesimo la sua discendenza divina si manifestò in quanto rispose “Amen” alle preghiere del prete il quale con grande stupore disse “Se questo bambino vivrà compirà qualcosa di grande”. A quindici anni rimase orfano e fu quindi incoronato re, ma in quel momento si fece portare un vangelo e alla pagina che diceva “Vendi tutti i tuoi averi e seguimi”, Pellegrino distribuì le sue sostanze agli orfani, alle vedove ed ai poveri e partì per la Terra Santa con le vesti di un pellegrino. Durante il viaggio fu assalito da una banda di malfattori che lo bastonarono, però improvvisamente si paralizzarono nelle gambe e nelle mani; solo per intercessione di San Pellegrino riottennero la vitalità con la promessa di accompagnarlo in Terra Santa, come poi avvenne.
Nel deserto fece una quarantena di digiuno fra le tentazioni demoniache e poi andò alla corte del Sovrano re dei Saraceni per convertirlo. Dapprima fu incatenato e poi messo in un fuoco ardente, ma dopo dieci ore ne uscì indenne tanto che il Sovrano lo lasciò andare invocando il suo perdono. Si imbarcò per l’Italia ma durante una tempesta scatenata dal demonio fu gettato in mare ritenuto che fosse lui la causa dell’uragano, al che il Santo distese il mantello e navigò come in una barca verso Ancona dove fu accolto con gran clamore. Guidato poi da una stella giunse in una selva infestata da demoni e dopo aspre tribolazioni la liberò chiamandola “Romanesca” dedicandola ai pellegrini Romei che potevano ora transitarla con sicurezza. Si narra che in quella selva demoniaca San Pellegrino tentato dal Diavolo, dopo aver perso la pazienza, gli sferrò un tremendo schiaffo, facendogli attraversare l’intera valle, fino a farlo sbattere contro le Alpi Apuane. Queste vennero oltrepassate e bucate dal corpo del Diavolo, lasciando come traccia il Monte Forato (1234 m s.l.m.), un arco naturale di pietra lungo 15 m ed alto 12 m visibile, per l’appunto, da San Pellegrino in Alpe. All’inizio Pellegrino trovò rifugio in una caverna, poi in un albero cavo e vi stette per 7 anni, finché arrivato all’età di 97 anni scrisse su una corteccia le sue memorie dopodiché raccomandando la sua anima a Dio spirò accanto all’albero e il suo corpo fu vegliato da una moltitudine di animali; correva l’anno l’anno 643 ed il giorno era il 1° agosto. La scoperta del corpo fu fatta da una matrona di Modena di nome Adelgrada avvisata in sogno da un angelo che con suo marito Pietro diedero sepoltura al Santo accanto all’albero aiutati dagli animali presenti. La corteccia con la sua vita fu portata al vescovo di Modena il quale si recò presso la sepoltura con uno stuolo di prelati, ma anche il Vescovo di Pisa fece altrettanto e sulla contesa del corpo tra la Lombardia e la Toscana nacque subito una faida. Riconosciuta la santità dell’uomo con un intervento divino che fece scaturire da una buca una luce e profumi paradisiaci, venne deciso di far trasportare il corpo da due torelli non domati e dove si sarebbero fermati quello sarebbe stato il posto per costruire una chiesa e custodire il corpo. Le bestie molto mansuete si fermarono in un posto chiamato “Termae Salonis” sul confine tra Toscana ed Emilia Romagna; in quel posto venne edificata la basilica e la traslazione del corpo e la canonizzazione avvenne il 1° agosto 643. Come si può immaginare il luogo fu meta di numerosi pellegrini, si compirono diversi miracoli e fu deciso di costruire accanto alla chiesa un Ospedale per pellegrini sempre a lui intitolato.